DA CATANIA DONNE PER LA SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALISTA AFRIN È OVUNQUE!

12/03/2018

Alcune donne dei movimenti sociali catanesi sono scese in piazza Stesicoro il 10 marzo portando solidarietà al Movimento di liberazione delle donne kurde che si pone l’obbiettivo Rivoluzionario di contrapporsi al sistema oppressivo statalista, patriarcale e capitalista. Questo vuole essere il nostro inizio di un percorso di solidarietà a Catania.

Il movimento di liberazione del popolo kurdo si è affermato in Rojava nel Nord della Siria grazie soprattutto alla maggioritaria ed eroica partecipazione delle formazioni volontarie di autodifesa delle donne (YPJ).

Sempre in Siria anche il cantone di Afrin, che è popolato per la gran parte dai kurdi, hanno dichiarato nel 2012 l’autogoverno aderendo al Confedaralismo Democratico del Rojava. Dopo i recenti cambi di equilibri nella ragione lo stato turco ha lanciato un’operazione di invasione il 20 gennaio ipocritamente chiamata “Ramoscello d’ulivo” ampiamente appoggiata da gran parte della popolazione turca vittima di una propaganda intensiva di un governo fascista e imperialista.

L’esercito turco invasore e le bande jihadiste sue alleate si sono avvicinate alla città da diversi lati e da ieri sera quasi completamente accerchiandola, chiudendo così ogni possibilità di far arrivare approvvigioni. Quest’area ad alta densità di popolazione civile e numerosissimi rifugiati (un milione e mezzo di persone) è criminalmente assediata. Mancano quasi tutti i generi di prima necessità. Adesso il rischio concreto è che nelle prossime ore ci sia una situazione sempre più critica. Già questa mattina si sono intensificati i bombardamenti della città. Questo è l’inizio ufficiale di una gravissima emergenza umanitaria, un bagno di sangue già annunciato da mesi, perpetrato sotto le bandiere della NATO e con mezzi militari italiani venduti alla Turchia. Un attacco cui stanno resistendo da quasi due mesi i rivoluzionari curdi, arabi, assiri, turcomanni, armeni e i molti internazionalisti occidentali presenti, tra cui decine di italiani. E il silenzio più totale della comunità internazionale.

La resistenza kurda e gli internazionalisti presenti assieme alla popolazione del cantone nelle quotidiane assemblee democratiche popolari hanno scelto di rimanere nelle proprie case e resistere strada per strada riuscendo a tener testa all’avanzata dell’esercito turco fino a oggi, nonostante abbiano bombardato zone civili 1026 volte in 47 giorni, colpendo queste aree con artiglieria pesante 3307 volte (dati risalenti a due giorni fa ancora da aggiornare)

Uniamo la nostra voce a quella della solidarietà internazionale affinché si fermi questo tragico massacro chiedendo anche noi con forza che sia fermato il progetto di pulizia etnica che Erdogan e i jihadisti vogliono attuare sulla popolazione di Afrin contro il progetto del Confedaralismo Democratico del Rojava che rappresenta un modello nel Medio Oriente e nel mondo di convivenza pacifica tra varie etnie e religioni.
Quindi invitiamo tutti a fare pressioni ovunque affinché:
– Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si batta urgentemente in difesa della Risoluzione 2401, per non lasciare che il regime turco venga meno alle responsabilità per le proprie azioni nella regione di Afrin, Siria.
– La comunità internazionale metta subito in atto il cessate-il-fuoco del Consiglio di Sicurezza ONU e garantisca la consegna di aiuti umanitari e sanitari per coloro che ne hanno disperato bisogno, ad Afrin e Ghouta.
– L’immediato ripristino di una zona di non sorvolo sulla regione di Afrin per preservare vite e abitazioni civili, infrastrutture civili, monumenti significativi e siti di rilevanza culturale. Invitiamo la comunità internazionale ad aiutare la messa in atto della NO FLY ZONE con truppe di pace e delegazioni di osservatori.

Facciamo inoltre nostro l’appello del movimento di liberazione delle donne curde, lanciato l’8 marzo:
“…Mettiamoci assieme e assieme sviluppiamo la necessaria teoria, programmi, organizzazione, e piani di azione per la liberazione della donna. Con la coscienza che solo una lotta organizzata può portarci risultati, aumentiamo l’organizzazione in tutte le sfere della vita. Collettivizziamo le nostre coscienze, forza di analisi, esperienze di lotta, e prospettive per creare le nostre alleanze democratiche. Non lottiamo le une separate dalle altre – Lottiamo assieme!
E, lungo il percorso, trasformiamo il ventunesimo secolo nell’era della liberazione della donna!
Perché questo è esattamente il momento giusto! È il momento per la rivoluzione delle donne!
Afrin è ovunque, e ovunque è resistenza!
Evviva la lotta universale di liberazione delle donne!

#WOMENRISEUPFORAFRIN
#DEFENDAFRIN

DONNE-VITA-RIVOLUZIONE

link al video: https://www.youtube.com/watch?v=03swfDukyew&feature=youtu.be