La lotta al fascismo non sarà mai finita finché esiste lo Stato

Siamo qui presenti oggi per dimostrare come sono ancora vivi e validi gli ideali degli anarchici e dei libertari pienamente attivi in quel diffuso moto insurrezionale con cui la resistenza partigiana fece cadere il ventennale regime fascista.

Siamo qui presenti oggi per dimostrare come sono ancora vivi e validi gli ideali degli anarchici e dei libertari pienamente attivi in quel diffuso moto insurrezionale con cui la resistenza partigiana fece cadere il ventennale regime fascista. Il 25 aprile in Italia, se interpretiamo bene la storia senza addomesticazioni di comodo, dovrebbe spregiudicatamente essere riconosciuta come la “Festa dell’insurrezione”. In questa data andrebbe ricordato che ogni vero cambiamento va conquistato con una lotta radicale e diffusa.
Grazie al sacrificio di molti si sono conquistati circa cinquant’anni di libertà che purtroppo la democrazia liberale ha eroso giorno dopo giorno imbastendo un disastro politico e sociale a cui stiamo ora tutti assistendo. Tra queste macerie si vanno a riorganizzare alcune frange neo-fasciste con una serie di atti provocatori che cominciano ad attirare il consenso delle classi più colpite dalla crisi, già abbrutite da decenni di impoverimento culturale sistematico. A questo aggiungiamo la vile alleanza dei gruppi di estrema destra con la Lega di Salvini, come ministro degli interni, con la convivenza complice dei 5 Stelle. Ed è per questo che essere per le strade a rivendicare il proprio antifascismo oggi assume un valore aggiunto.

Da ora in poi il 25 aprile non sarà una celebrazione fine a se stessa ma bensì un appello alla resistenza a cui siamo tutti chiamati a rispondere, schierandoci e rimboccandoci le maniche al di là delle deleghe. Questo per fermare sul nascere le strumentalizzazioni con cui, da qui in avanti, le classi dominanti proveranno a rendere innocua qualsiasi lotta contro tutto ciò che ci opprime e ci saccheggia; servendosi anche della manovalanza dei gruppi di estrema destra che tentano di porsi come riferimento anti-sistema. Se non si vuole fare il gioco delle destre, bisogna mettere in piedi modelli alternativi concreti di autogoverno dal basso dei territori con il mutuo appoggio e l’autogestione capillare dei servizi e del lavoro, che solo può risanare ed emancipare le comunità tanto disgregate. Solo così di fronte a questo disastro si può contrastare il ritorno a nostalgie verso autoritarismi totalitari provenienti sia dalle frange di estrema destra, sia dal modello liberale e tecnocratico dell’Europa delle banche.

Essere Antifascisti significa quindi costruire percorsi che si sleghino dalla gestione statale e verticistica della società che, negli ultimi due secoli, si sta ampiamente dimostrando fallimentare ed è sempre più foriera di dilaganti ingiustizie e crimini sociali. Inoltre, le conquiste in campo scientifico e tecnologico nelle mani delle classi dominanti, invece di liberare l’uomo dagli aspetti usuranti del lavoro, lo stanno rendendo sempre più schiavo e stanno gettando le basi per pericolosissime forme di dittature e totalitarismi ancora inediti.
Nel movimento anarchico troviamo un grandissimo patrimonio di idee, di metodologie sociali e di pratiche da cui attingere per ricostruire una vera, credibile ed efficace resistenza ad ogni tipo di fascismo. Altri continuano a ripetere in maniera miope gli errori del passato, lasciando terreno all’odierno Neo-Fascismo, senza avere il coraggio di abbracciare degli ideali e un agire veramente rivoluzionario.

Col clima che viviamo non si può essere sordi a questa nuova chiamata alla Resistenza che, da un atto di rivolta individuale ed esistenziale, si traduca poi in impegno sociale e in un lavoro popolare continuo. Bisogna dimostrare valida la grande sfida che, dall’autogestione diffusa si arrivi a una rivoluzione sociale, che sola può sovvertire i pilastri di questa società attualmente fondata sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo.
Ovunque nel mondo dal Nord della Siria, in Rojava, al Sud America e persino negli spazi di libertà rimasti nel nostro occidente democratico, vengono sperimentate con successo pratiche antiautoritarie di autogestione che possono avere applicazioni più ampie per rispondere prontamente alla crisi che a livello globale sempre più viviamo. Il nostro ricordo oggi va al compagno anarchico Lorenzo Orsetti, detto “Orso”, morto in battaglia contro l’ISIS per appoggiare la rivoluzione sociale internazionalista messa efficacemente in atto dai Curdi nel Nord della Siria. Qui, addirittura, molti popoli in convivenza si battono per la libertà ritenendo dichiaratamente qualsiasi modello statale e nazionalista di per se fascista e pagando caro e coraggiosamente sulla loro pelle questa scomodissima scelta. Speriamo che crei un importante precedente a livello internazionale.

Ed è per questo che la nostra solidarietà va ai compagni che hanno combattuto per la Rivoluzione della Confederazione Democratica della Siria del Nord che, tornando in Italia, sono stati colpiti da misure restrittive, mentre decade il reato del saluto fascista. Per queste ragioni sosteniamo la campagna antifascista “#riseup4rojava – smash turkish fascism” della comune internazionalista del Rojava che, in occasione di questa giornata, ha il suo lancio ufficiale. L’obbiettivo è di costruire un fronte internazionale contro il fascismo turco e crediamo che sia necessario lottare per la creazione di un fronte internazionale antifascista che possa ricomporre e dare nuovo nutrimento a un movimento radicale e rivoluzionario in tutto il mondo. Perciò vogliamo liberi subito i 5 studenti che qui a Catania sono stati colpiti dalla repressione per aver arginato nelle scuole iniziative fasciste, ritratti ignobilmente dalla stampa e dalle forze dell’ordine locali nei peggiori dei modi, mentre si permette a formazioni fasciste a braccetto coi vari circoli della lega della provincia di sfilare in corteo per le strade di questa città. Siamo inoltre solidali con i compagni anarchici colpiti di recente dalla repressione a Torino.

ORA E SEMPRE RESISTENZA!
VIVA LA RIVOLUZIONE SOCIALE!

Catania, 25 Aprile 2019