UN INDIVIDUO NON È LIBERO SE CURATO MA È CURATO SE LIBERO

Già da prima della costituzione del Laboratorio Libertario Landauer, come individualità ci siamo da anni interessati ad approfondire e a promuovere la spinosa questione antipsichiatrica. Questo mese ricorrono i quarant’anni della legge Basaglia ed abbiamo accolto la proposta di Natale Adornetto (psicologo che da anni si spende generosamente nella divulgazione antipsichiatrica) decidendoci ad organizzare assieme a lui questa iniziativa, coinvolgendo anche Giuseppe Bucalo, che è stato tra quei pochi che in Italia si sono occupati di scrivere interessanti e coraggiosi libri su questo argomento, oltre ad essere presidente dell’associazione Penelope e promotore del Comitato d’Iniziativa Antipsichiatrica.
Abbiamo ritenuto quindi molto utile organizzare un incontro su questo tema perché le varie controversie legate alla psichiatria svelano in maniera cruda i limiti e le derive delle nostre sedicenti democrazie. Inoltre, numerosi anarchici e libertari sono parte attiva di questo movimento antipsichiatrico, oltre ad essere stati purtroppo anche in vari casi vittime della psichiatria, che spesso è stata ed ancora viene utilizzata come forma di repressione politica verso varie forme di dissenso e verso diversi modi di intendere e vivere la propria esistenza. Ancora oggi quasi solo gli addetti del settore, le famiglie e i soggetti colpiti dalla psichiatria conoscono le vere condizioni molto critiche esistenti, e si rischia di far rimanere nell’ombra decenni di abusi e coercizioni specie ora che per la ricorrenza di questo quarantennale viene osannata la legge 180 come una conquista anche tramite studi, articoli, convegni e conferenze in tutta Italia.
Per noi è doveroso quindi rimarcare pubblicamente come la legge Basaglia, nonostante le sincere aspirazioni e i grandi sforzi iniziali, non è riuscita a chiudere in Italia un capitolo così tragico della storia umana. Natale Adornetto e Giuseppe Bucalo in questo incontro ci esporranno gli aspetti tecnici legati agli abusi che la psichiatria ha perpetuato sia prima che dopo la legge 180. Noi come Laboratorio Libertario Landauer faremo una nostra analisi sociale e politica sulla questione. Una società ancora profondamente fondata sul pesante ricatto della coercizione salariale, della competizione e del convenzionalismo assume dei ritmi disumani che non tutti riescono a sostenere, cadendo prima vittima dell’esclusione sociale per poi dopo finire nelle grinfie della psichiatria. Nella nostra analisi ci teniamo a precisare che nella maggior parte dei casi il disagio mentale ha origini dalla disuguaglianza e dall’ingiustizia sociale su cui strutturalmente è illiberalmente organizzata questa società fondata sul “Consuma Produci e Crepa”.
La crisi economica e sociale che sempre più stiamo vivendo non solo fa aumentare questo disagio ma rende più vulnerabili le famiglie e gli organi sociali che potrebbero fornire soccorso dando invece man libera alla sperimentazione di isole di totalitarismo psichiatrico dove l’individuo viene confinato in prigioni chimiche senza possibilità di reale recupero. Noi non confidiamo nelle leggi e nelle istituzioni per arginare il male che loro stesse creano avvalendosi anche di una cultura dominante che invece persino stigmatizza come antisociali e sovversive quelle visioni che potrebbero salvare l’umanità dal baratro. Come Laboratorio Libertario Landauer crediamo fermamente che solo la vera giustizia e la libertà conquistata dal basso con una profonda riorganizzazione sociale può estirpare le cause collettive di questi mali, e nei casi più particolari almeno può permettere un modo migliore e umano di affrontare determinate problematiche. Per far ciò, è fondamentale una critica radicale e libertaria dell’esistente e grazie ad essa trovare un modo di risanare le nostre comunità nel rispetto di ogni individuo, radunando dal basso le forze e risorse necessarie, non per mettere una stampella a questo sistema che produce tanta oppressione e servitù volontaria, ma per costruire collettivamente alternative vere.

COMUNICATO NO MUOS – SULLA GIORNATA DI MOBILITAZIONE A SIGONELLA DEL 21/04/2018

COMUNICATO NO MUOS – SULLA GIORNATA DI MOBILITAZIONE A SIGONELLA DEL 21/04/2018

Il 21 aprile in centinaia internazionalisti contro le guerre davanti alla portaerei USA di Sigonella
Le basi militari non sono sacre e intoccabili: la lotta non si arresta

Come movimento No MUOS ci siamo mobilitati arrivando fino alla Base Militare U.S.A. di Sigonella in risposta alla grande escalation bellica che ha visto come protagonista principale la Sicilia (col mortifero triangolo di basi militari di Sigonella, Niscemi e Augusta) nell’ultimo attacco in Siria orchestrato dal governo americano.
Nonostante la macchina della repressione, nonostante le disastrate condizioni di strade e autostrade di una Sicilia al collasso per favorire un’economia guerrafondaia e nonostante i tempi brevi che disponevamo per dare una significativa risposta, sono state presenti centinaia di manifestanti da tutta l’isola (e non solo).
Da anni denunciamo pubblicamente i grandi pericoli connessi alle politiche militariste e imperialiste rompendo la narrazione menzognera di un Italia neutrale impiegata in innocue missioni di “pace”. Tali missioni militaritolgono puntualmente le risorse territoriali e sociali, impoverendo la nostra economia e la nostra dignità, incidendo drammaticamente sul destino di popolazioni lontane che sono poi costrette a scappare dalle loro terre, dove i governi occidentali invece di portare democrazia vanno a portare guerra, morte, distruzione e ingiustizia.
Uno dei pericolo più grandi oggi, oltre alla rassegnazione, è la totale deviazione delle informazioni che subiamo dai vertici dei mass media. Da anni proviamo a smascherare questo apparato di menzogne mostrando la vera immagine della occupazione militare U.S.A in Sicilia.
Andando a Sigonella abbiamo ancora una volta dimostrato che non è vero che “Le basi militari sono sacre e intoccabili”, portando simbolicamente la nostra solidarietà a quelle popolazioni della Siria, del Rojava, della Palestina e di tutte quelle altre parti del mondo dove si subiscono attacchi interni o esterni che impediscono reali processi di autodeterminazione.
Crediamo nella possibilità di costruire percorsi aperti, affinché l’ostilità ad ogni base militare diventi popolare e si trasformi in azione concreta, incoraggiando la sana diffidenza che ogni popolo oppresso prova nei confronti di ogni divisa, recinto e confine.
Come movimento NO MUOS reputiamo quindi la giornata del 21 aprile un ulteriore passo avanti di una mobilitazione ampia, che vede protagoniste diverse realtà e individui che si coordinano in una lotta di resistenza, facendo di ogni diversità di pratiche e visioni una ricchezza, credendo fermamente che solo unendo la nostra lotta con quella dei No TAV, NO TAP, NO SNAM, delle compagne e dei compagni nelle ZAD in Francia, e di chi in tutto il mondo lotta contro lo sfruttamento dei territori e l’oppressione dei popoli, si possa uscire dall’immobilismo.
Teniamo vivo in questo Sud del mondo un importante riferimento, che ha dimostrato essere sia popolare e sia pronto a portare avanti un percorso radicale con spirito di solidarietà internazionalista, in difesa di ogni popolazione colpita da guerre e interessi transnazionali, multinazionali, capitalisti.

No Muos! No Sigonella! No War!

La lotta non si arresta!

SIETE INVITATI A PARTECIPARE AL NOSTRO PROGRAMMA NO MUOS

Sabato 19 maggio manifestazione regionale No MUOS a Ragusa, Concentramento ore 15 piazza Stazione

Sabato 30 giugno corteo No MUOS a Caltagirone, Concentramento ore 15 davanti al Tribunale

Dal 2 al 5 agosto Campeggio e manifestazione nazionale No MUOS, in c.da Ulmo a Niscemi (CL)

ALTRE INIZIATIVE IN SICILIA

25 aprile corteo partigiano e antifascista Catania

29 aprile giornata per la libertà di circolazione Palermo

29 aprile pedalata per la Palestina Catania

1 maggio pro-palestina a Catania

8 maggio a catania contro la partenza del giro d’Italia da Israele

19 maggio corteo contro le morti sul lavoro Siracusa

Movimento NO MUOS

APPELLO NAZIONALE CONTRO LA GUERRA

APPELLO NAZIONALE CONTRO LA GUERRA
Sabato 21 aprile manifestazione a Sigonella

La guerra è iniziata. I fascismi imperversano. Le minacce di queste ultime settimane da parte di Usa, Francia e Gran Bretagna contro la Siria si sono trasformate in realtà con un attacco missilistico notturno a Damasco e ad altre cittadine. La Siria rimane un terreno di scontro interimperialistico di cui fanno le spese soprattutto i civili. Come già con l’Iraq e la Libia, si cercano pretesti per azionare il grilletto; stavolta si è trattato di un presunto uso di armi chimiche da parte del governo di Assad. I governi di USA, Francia e Gran Bretagna però non vengono minimamente scossi di fronte ai continui e reali massacri operati dai loro alleati: quello dei palestinesi da parte dell’esercito israeliano; quello dei curdi ad Afrin, da parte della Turchia di Erdogan in complicità con Isis, quello del popolo yemenita da parte dell’Arabia Saudita.

L’Italia ancora un volta adotta un falso neutralismo che nasconde il suo essere schierata dalla parte delle politiche di guerra statunitensi e di essere esportatrice di ordigni che uccidono da anni popolazioni della regione mediorentale. Qui la tensione continua a restare altissima, con Usa e Giordania adesso impegnati nell’esercitazione militare (terrestre e aeronavale) denominata “Eager Lion”: la più grande prova di guerra in Medioriente che per due settimane schiera circa 7000 militari lungo i confini giordani affacciati sulla Siria. Anche in questo caso, l’Italia non fa mancare il suo appoggio: una delle navi statunitensi partecipanti all’esercitazione, la Uss New York, il 12 aprile è infatti partita dal porto di Augusta carica di truppe ed elicotteri d’assalto. Tra gli scenari simulati durante il war game c’è anche un attacco chimico: chiara allusione ai crimini contro i civili di cui è accusato il regime di Assad.

Quella che si sta giocando in Siria è una questione di vitale importanza per la sopravvivenza delle politiche imperialiste di tanti stati, non esclusa l’Italia che, per non restare fuori dall’eventuale spartizione, mette a disposizione il suo territorio.
Con Aviano (da dove sono decollati gli F-16 Usa schierati nel Mediterraneo), Sigonella (capitale dei droni), il porto nucleare di Augusta e le basi MUOS e NRTF di Niscemi, centrali nella gestione delle informazioni militari, l’Italia si conferma ancora una volta la portaerei degli Stati Uniti nel cuore del Mediterraneo.
In questo scontro fra potenze imperialiste, dove Russia e Usa hanno un ruolo di primaria importanza, in gioco c’è la ripartizione e l’allargamento delle sfere di influenza in Medioriente, l’eliminazione dei concorrenti, il tentativo di sottrarre terreno al nemico, la sopravvivenza dell’economia capitalistica di queste potenze, la fine di ogni tentativo di autodeterminazione popolare.

Noi siamo a fianco del popolo siriano che resiste e di tutti i popoli soggetti ad aggressione e costretti a vivere in uno stato di guerra permanente. Non saranno le politiche imperialiste e le loro guerre a determinare l’uscita dalla crisi.
Per noi soltanto l’uscita da questo sistema economico che ci sfrutta e che per reggersi deve sostenere la guerra (le spese militari aumentano nel 2018 a 68 milioni di euro al giorno mentre diminuiscono notevolmente i finanziamenti alla spesa sociale), ci potrà dare un futuro diverso. Un futuro di pace e solidarietà tra i popoli che passa attraverso la piena smilitarizzazione della Sicilia e del Mediterraneo.

Stop ai bombardamenti in Siria e ovunque!

Pace, giustizia e autodeterminazione per i popoli ribelli!

Denunciando la complicità diretta di due ditte, a radicamento nazionale, nella costruzione delle basi di Sigonella e del MUOS, rispettivamente Cmc e Gemmo impianti, proponiamo per sabato 21 aprile una giornata di mobilitazione nazionale contro la guerra.

In Sicilia:
Sabato 21 Aprile manifestazione davanti ai cancelli di Sigonella, ore 15.00
8 maggio manifestazione a Catania per la Palestina contro la partenza del giro d’Italia da Israele
Sabato 19 maggio corteo No Muos a Ragusa, Concentramento ore 15 piazza Stazione
Sabato 30 giugno corteo No Muos a Caltagirone, Concentramento ore 15 davanti al Tribunale
Campeggio e manifestazione nazionale, c.da Ulmo, Niscemi dal 2 al 5 agosto

Movimento NO MUOS

DA CATANIA DONNE PER LA SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALISTA AFRIN È OVUNQUE!

12/03/2018

Alcune donne dei movimenti sociali catanesi sono scese in piazza Stesicoro il 10 marzo portando solidarietà al Movimento di liberazione delle donne kurde che si pone l’obbiettivo Rivoluzionario di contrapporsi al sistema oppressivo statalista, patriarcale e capitalista. Questo vuole essere il nostro inizio di un percorso di solidarietà a Catania.

Il movimento di liberazione del popolo kurdo si è affermato in Rojava nel Nord della Siria grazie soprattutto alla maggioritaria ed eroica partecipazione delle formazioni volontarie di autodifesa delle donne (YPJ).

Sempre in Siria anche il cantone di Afrin, che è popolato per la gran parte dai kurdi, hanno dichiarato nel 2012 l’autogoverno aderendo al Confedaralismo Democratico del Rojava. Dopo i recenti cambi di equilibri nella ragione lo stato turco ha lanciato un’operazione di invasione il 20 gennaio ipocritamente chiamata “Ramoscello d’ulivo” ampiamente appoggiata da gran parte della popolazione turca vittima di una propaganda intensiva di un governo fascista e imperialista.

L’esercito turco invasore e le bande jihadiste sue alleate si sono avvicinate alla città da diversi lati e da ieri sera quasi completamente accerchiandola, chiudendo così ogni possibilità di far arrivare approvvigioni. Quest’area ad alta densità di popolazione civile e numerosissimi rifugiati (un milione e mezzo di persone) è criminalmente assediata. Mancano quasi tutti i generi di prima necessità. Adesso il rischio concreto è che nelle prossime ore ci sia una situazione sempre più critica. Già questa mattina si sono intensificati i bombardamenti della città. Questo è l’inizio ufficiale di una gravissima emergenza umanitaria, un bagno di sangue già annunciato da mesi, perpetrato sotto le bandiere della NATO e con mezzi militari italiani venduti alla Turchia. Un attacco cui stanno resistendo da quasi due mesi i rivoluzionari curdi, arabi, assiri, turcomanni, armeni e i molti internazionalisti occidentali presenti, tra cui decine di italiani. E il silenzio più totale della comunità internazionale.

La resistenza kurda e gli internazionalisti presenti assieme alla popolazione del cantone nelle quotidiane assemblee democratiche popolari hanno scelto di rimanere nelle proprie case e resistere strada per strada riuscendo a tener testa all’avanzata dell’esercito turco fino a oggi, nonostante abbiano bombardato zone civili 1026 volte in 47 giorni, colpendo queste aree con artiglieria pesante 3307 volte (dati risalenti a due giorni fa ancora da aggiornare)

Uniamo la nostra voce a quella della solidarietà internazionale affinché si fermi questo tragico massacro chiedendo anche noi con forza che sia fermato il progetto di pulizia etnica che Erdogan e i jihadisti vogliono attuare sulla popolazione di Afrin contro il progetto del Confedaralismo Democratico del Rojava che rappresenta un modello nel Medio Oriente e nel mondo di convivenza pacifica tra varie etnie e religioni.
Quindi invitiamo tutti a fare pressioni ovunque affinché:
– Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si batta urgentemente in difesa della Risoluzione 2401, per non lasciare che il regime turco venga meno alle responsabilità per le proprie azioni nella regione di Afrin, Siria.
– La comunità internazionale metta subito in atto il cessate-il-fuoco del Consiglio di Sicurezza ONU e garantisca la consegna di aiuti umanitari e sanitari per coloro che ne hanno disperato bisogno, ad Afrin e Ghouta.
– L’immediato ripristino di una zona di non sorvolo sulla regione di Afrin per preservare vite e abitazioni civili, infrastrutture civili, monumenti significativi e siti di rilevanza culturale. Invitiamo la comunità internazionale ad aiutare la messa in atto della NO FLY ZONE con truppe di pace e delegazioni di osservatori.

Facciamo inoltre nostro l’appello del movimento di liberazione delle donne curde, lanciato l’8 marzo:
“…Mettiamoci assieme e assieme sviluppiamo la necessaria teoria, programmi, organizzazione, e piani di azione per la liberazione della donna. Con la coscienza che solo una lotta organizzata può portarci risultati, aumentiamo l’organizzazione in tutte le sfere della vita. Collettivizziamo le nostre coscienze, forza di analisi, esperienze di lotta, e prospettive per creare le nostre alleanze democratiche. Non lottiamo le une separate dalle altre – Lottiamo assieme!
E, lungo il percorso, trasformiamo il ventunesimo secolo nell’era della liberazione della donna!
Perché questo è esattamente il momento giusto! È il momento per la rivoluzione delle donne!
Afrin è ovunque, e ovunque è resistenza!
Evviva la lotta universale di liberazione delle donne!

#WOMENRISEUPFORAFRIN
#DEFENDAFRIN

DONNE-VITA-RIVOLUZIONE

link al video: https://www.youtube.com/watch?v=03swfDukyew&feature=youtu.be

Per un intervento Libertario nel Movimento e tra la Popolazione. Contro ogni Razzismo e Fascismo.

Come LABORATORIO LIBERTARIO LANDAUER aderiamo alla manifestazione indetta a Catania il 17 febbraio perché, sia prima che dopo la nostra costituzione, abbiamo seguito solidalmente assieme alle altre realtà militanti le mobilitazioni e le assemblee di movimento dove si prova ad affrontare collettivamente alcune problematiche: tra queste su tutte i gravi episodi di attacchi fascisti e/o mafiosi ai danni di chi nel territorio da anni si spende per un miglioramento sociale lavorando coi giovani nei quartieri.
Noi crediamo che questi momenti di condivisione siano importanti per migliorare l’efficacia delle relazioni e dei metodi organizzativi adottati, affinché i percorsi comuni che di volta in volta ci fanno manifestare assieme per le piazze come Movimento, siano appoggiate il più possibile finalmente anche da più soggetti nuovi che si avvicinano per la prima volta a qualsiasi tipo di lotta e non solo dalla cerchia storica di militanti locali.
In questi momenti di confronto infatti abbiamo portato il nostro punto di vista proponendo puntualmente approcci libertari e antiautoritari, sia nei rapporti tra individui e realtà di movimento e sia nelle relazioni che si vorrebbero instaurare con la popolazione. Proporremo sempre questo approccio libertario perché crediamo che sia più proficuo e leale tanto da poter migliorare di molto ciò che c’è di disfunzionale al raggiungimento dei vari obbiettivi che da anni ci si è prefissi assieme nei vari momenti di lotta. La non piena adozione di questi approcci ha fatto si che tante lotte iniziate insieme si spegnessero per via di un territorio che non si è sentito più coinvolto a causa dei tanti problemi sorti e dell’astrusità dei processi decisionali, che per come sono ora per noi, invece di attirare gente alla lotta, le respinge.
Le problematiche locali denunciate dall’appello di questa manifestazione a Catania le ritroviamo anche a livello nazionale e globale. A Macerata in tanti questo 10 febbraio hanno dato pronta risposta a una vigliacca sparatoria di un fascista su migranti. Circa venticinquemila persone hanno prontamente manifestato per quelle strade il loro anti-fascismo. Presente quel giorno anche uno spezzone anarchico a testimoniare come la nostra area è sempre parte propositiva, quando un ampio Movimento dimostra le sue reali forze rispetto agli odierni tentativi di ripresa delle formazioni neo-fasciste che tanto rumore e ridicole promesse sociali fanno, pur rimanendo sempre per ora un’area aliena e minoritaria in questo nostro paese. La netta minoranza di queste fazioni, nonostante i loro sforzi, sostenuti da fondi di dubbia origine, è testimoniata anche a Catania dove invece prolificano molti nuovi spazi che sono un’alternativa rispetto a quelli imposti dal capitale e connotati da una radicata e resistente vocazione antifascista. Nonostante ciò non sono mancati episodi di aggressioni fasciste.
Purtroppo questo regime democratico, finché non faremo una vera Rivoluzione Sociale, permetterà a qualsiasi minoranza organizzata di poter comandare sulle masse. È quindi importante in questa fase manifestare chiaramente che si esiste e si resiste in questa città e in altre città. Di certo prendiamo atto di un clima sociale sempre più cupo. Proprio per questo abbiamo la responsabilità di reagire e dare l’esempio su come poter incanalare costruttivamente la rabbia sociale. Il naturale malcontento rischia di esplodere ed innescare guerre tra poveri che, ricordiamo, sono sempre utili alla classe dominante che ha creato e crea impunemente tanti danni. Crisi, paura e ignoranza fanno cedere all’illusione che ci si possa salvare grazie a una linea autoritaria (poliziesca, militarista, mafiosa, neo-fascista ecc.) basata sulla prevaricazione, per arrivare a un maggiore controllo che noi aborriamo profondamente perché porterebbe a peggiorare i problemi che ci stanno sommergendo. “Più delega ai potenti locali e globali anziché coscienza”: questo i media propagandano con le loro campagne per far si che le persone chiedano, addirittura pericolosamente loro stesse, di rinunciare alla loro libertà per aumentare un onnicomprensivo controllo sociale che poi sarà a salvaguardia unicamente degli affari di chi ci vessa e sfrutta ogni giorno.
Al Movimento sta l’arduo compito di indicare un’altra strada. Abbiamo in questa fase la grandissima responsabilità di offrire spunto e riferimenti per chi ancora non ha capito come è giusto incanalare il grande malcontento e non saprebbe neanche da dove iniziare rimanendo inerme e diffidente rispetto a tutto ciò che è politica. In questo compito, da libertari e anarchici, stiamo anche a vigilare affinché questo malcontento non venga puntualmente strumentalizzato politicamente dalla solita corsa borghese all’egemonia, a cui purtroppo anche la sinistra antagonista ha giocato per troppo tempo, lasciando in maniera sconsiderata così ampi spazi alle destre e trascurando invece quel grande lavoro sociale che ora dobbiamo mettere in piedi, cercando di non ripetere i tanti errori fatti nel passato e attualizzando quel tanto di buono e rivoluzionario che va da subito rimesso in campo.

Corteo del 10 febbraio a Macerata
“Movimenti contro razzismo e fascismo” Così recitava lo striscione d’apertura del corteo svoltosi a Macerata. Ciò potrà avvenire se ci sarà una vera apertura propositiva, fraterna e orizzontale; che porti i “professionisti dei movimenti” a mettere da parte paternalismi, protagonismi ed egemonie, scendendo dalle loro cattedre, uscendo dai loro centri sociali o dai loro salotti, smettendo di impiegare quasi tutte le energie per elezioni portatrici solo di irrilevanti percentuali di voto, legittimando questo sistema sleale che gioca SEMPRE con carte false.
Illustrazione di Guglielmo Manenti
Di fatto in Sicilia continuano ad accadere soprusi vergognosi, nonostante i comuni e le famiglie sempre più indebitate fino al collo, il rischio siccità che incombe per quest’estate, la disoccupazione e la precarietà dilagante (che costringe tanti a lasciare l’isola), il crollo vertiginoso di tutti i tipi di servizi sociali in favore di militarismo (il Muos di Niscemi, la base di Sigonella ecc) e grandi opere inutili, ecc. Nonostante tutto questo, vengono sbloccati dal Governo Regionale Siciliano nuovi ”Stipendi d’Oro”, che tornano ad essere superiori a quelli che può percepire persino un Presidente della Repubblica. Noi speriamo li spendano tutti in medicine! Ma di speranza non si può vivere e di fronte a questi inaccettabili soprusi, sarebbe davvero insano se non cresca tanta sacrosanta rabbia sociale. Ce ne è ancora troppo poca, e quella che c’è non può essere rivolta, con lo spauracchio di finte emergenze, contro chi scappa disperatamente da guerre di cui il nostro occidente democratico è complice e artefice. Bisogna cominciare ad organizzare questa rabbia per rivolgerla verso i veri artefici di questo scempio.
Non sono gli immigrati che ci impoveriscono e ci invadono e che ora costituiscono un pericolo per la democrazia, come ha affermato il ministro dell’interno Minniti, che finora si è distinto varando misure criminali e quasi fasciste. Il vero pericolo è questa stessa democrazia contro cui bisogna costruire un ampio e popolare fronte di lotta, con comunità che dal basso autogovernino i propri territori, autogestendo le tante risorse che invece ora rimangono inoccupate, mal gestite e saccheggiate a favore di pochi poteri privati e statali. Se questo è “l’ordine” che vogliono ristabilire ben venga il costruire l’unione fraterna fra gli ultimi e quindi con i migranti che possono essere una grande risorsa con cui costruire il nuovo anziché un pericolo. Tanti di “loro” al contrario di tanti di “noi” (che ancora credono nella bontà di questo sistema e sperano di farcela) non hanno molto da perdere.
Purtroppo oggi il passo può essere troppo breve per un controllo totalitario e capillare delle nostre città e delle nostre vite, per legittimare passivamente certe pericolose politiche e non partecipare invece alla costruzione di questo fronte: un Movimento popolare che può opporsi all’inasprirsi di questo cupo futuro che abbiamo di fronte.

Per tal motivo noi come Laboratorio Libertario Landauer vogliamo ricostruire a Catania un’area di riferimento per i libertari, gli anarchici e i simpatizzanti che vogliano spendersi per questo grande lavoro collettivo che ci aspetta. Più saremo e più riusciremo a far passare assieme la visione qui esposta, sia nel Movimento sia soprattutto tra la Popolazione mandando avanti ciò che abbiamo delineato col nostro Comunicato d’Intenti con cui ci siamo costituti questo giugno.

Giorno 17 febbraio saremo col cuore anche a Roma dove si svolgerà la manifestazione in solidarietà al valoroso popolo curdo gravemente sotto attacco in Siria nella città di Afrin dall’esercito fascista Turco. Richiamandoci ad una grande solidarietà rivoluzionaria internazionale invitiamo chi non sta a Catania a recarsi in tanti a Roma e a seguire tutte le iniziative solidali alla resistenza curda che sono un grande esempio, anche per noi, su come combattere i nuovi fascismi e fondamentalismi facendo una vera Rivoluzione Sociale.

Contro qualsiasi razzismo, militarismo e fascismo

Per l’Autogoverno delle Comunità

e l’Autogestione delle risorse di ogni Territorio

Catania 16 Febbraio 2018