Si è sempre molto attuali, anche se già dalla fine dell’Ottocento i più grandi teorici anarchici e libertari professarono in tutti i modi, con la parola e coi fatti, questi principi:
“Che sia Repubblica o Monarchia, ogni Stato è irrimediabilmente in guerra contro il suo popolo, altro che amor di patria!”.
“Ogni Stato imporrà dall’alto esclusivamente gli interessi di una specifica classe dominante che sfrutterà a proprio vantaggio istituzioni e costituzioni in quel crudele gioco truccato che non lascia scampo alcuno, specie a quelle popolazioni che si disabituano alla lotta e considerano normale e ineluttabile il subire”.
Specie quest’anno, c’è poco da festeggiare in quanto il “potere costituito”, sfruttando l’occasione che ha offerto l’emergenza pandemica, ha fatto passare pericolosi decreti, provvedimenti e incredibili restrizioni, e questo non ha neanche preoccupato i “fan della democrazia” visto che non è nemmeno passato nulla al vaglio del parlamento.
Decreti, provvedimenti e restrizioni calati dall’alto che hanno trattato e tratteranno le nostre libertà maggiormente come se fossero delle nemiche da affamare e sfiancare tramite questo “lockdown/assedio” al punto da potere imporci a breve, ingloriose rese che avranno come clausole tutte quelle condizioni che un tempo potevano sembrare inaccettabili.
Queste non sono nostre illazioni: la storia ci insegna come in ogni guerra, in ogni pandemia e in ogni catastrofe hanno permesso alle istituzioni di sacrificare quei pochi spazi di libertà che erano “sopravvissuti”, rendendo sempre più impossibile dire la propria sulla possibile destinazione e utilizzo delle risorse comuni e universali e permettendo, di conseguenza, un maggiore abuso e sfruttamento di queste, avvalendosi della complicità e dell’operato “rispettabilissimo” delle istituzioni.
Smentendo le ingiurie di chi professa che la “lotta di classe” sia un retaggio ideologico del passato, in ogni guerra, in ogni pandemia e in ogni catastrofe chi è già ricco si arricchisce ancor di più, chi è povero diventa sempre più povero e chi è della classe media entra nella cerchia dei poveri.
La democrazia rappresentativa, come forma più progredita di organizzazione statale e nazionale, sta ampiamente e ripetutamente dimostrando di essere:
– incapace di poter responsabilmente amministrare la vita pubblica in tutti gli ambiti, a partire da quelli politici e sociali fino ad arrivare soprattutto agli aspetti ambientali ed ecologici.
– capacissima di “garantire” che il flusso dei profitti e del potere vada esclusivamente all’8% della popolazione per invece ridistribuire con gran cura debiti, oneri e restrizioni al restante 92%, facendo accettare alle masse nuove forme di schiavitù moderne per poi rinominarle sfacciatamente col nome di cittadinismo.
Noi ci asteniamo, quindi, dal festeggiare questa farsa e invitiamo davvero a non legittimare più questa arrogante e sofisticata truffa ai danni della società, nascosta scaltramente dietro apparenti “buone e solenni” ma infine ipocrite intenzioni.
Invece, possiamo sperimentare percorsi migliori di autorganizzazione e autogoverno dal basso per liberare finalmente il grande potenziale creativo, ludico e rivoluzionario che ogni comunità e individuo possiede. Questo grande potenziale umano è stato fin oggi soppresso dalla coercizione, dall’autoritarismo e dallo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e dal disastroso sfruttamento dell’uomo sulla natura.
È sotto gli occhi di tutti: la tecnologia, la scienza e le risorse pubbliche e naturali, detenute nelle mani di istituzioni gerarchiche e autoritarie e poi dirette inevitabilmente da classi dominanti, invece di aver reso la nostra società più prospera, istruita e finalmente libera dallo sfruttamento, la stanno invece rendendo più gretta, oppressa e purtroppo più preparata a un tipo di controllo sociale sempre più iper-tecnologico e pervasivo.
Da ciò possiamo dedurne che ogni popolo è tradito da chi lo amministra quando è costretto a sottostare a questa forma di organizzazione gerarchica, competitiva e antisociale chiamata Stato : un mostro disumano che, utilizzando a piacimento il progressivo frutto del lavoro e dell’ingegno umano, diventa sempre più forte riuscendo sfruttare in suo favore persino quelle libertà conquistate con ben due secoli di grandi lotte sociali.
Negli ultimi decenni abbiamo assistito al grande attacco di ogni diritto e ad enormi e ingiustificabili tagli alla sanità e alla scuola pubblica. Il governo ha investito meno per ciò che aiuterebbe un popolo ad essere libero e civile focalizzandosi invece sulle spese militari (spese non civili=incivili!?) e come se non bastasse, hanno persino collettivizzato i debiti delle grandi imprese e delle banche private, lasciando a pochi i profitti e privilegi.
Servizi pubblici così ridotti all’osso si sono rivelati impreparati ad affrontare questa pandemia causando un gran numero di vittime che potevamo risparmiarci e che possiamo definire a tutti gli effetti una vera e propria ennesima strage di stato. Date tali evidenze, il buon senso avrebbe suggerito un’inversione di rotta rispetto a queste disastrose politiche, ma invece no, coi vari decreti e provvedimenti attuati vedremo sempre più l’accentuarsi, con grande non curanza, di questa continua razzia delle nostre risorse pubbliche.
Altro che rilancio Italia! Stanno solo sempre più ingrandendo e perfezionando la grande gabbia sociale in cui ci costringono a vivere, favorendo nuove stragi e saccheggi e nascondendo dietro la rispettabilità di leggi e l’ineluttabilità di “emergenze continue” una politica volta solo ed esclusivamente all’ usura, al potere e al controllo.
Ieri come oggi neghiamo la veridicità delle menzogne sbandierate con tracotante trionfalismo e proviamo a preparare un mondo senza le vostre banche, i vostri bilanci, le vostre divise, le vostre parate, le vostre telecamere, i vostri droni, i vostri confini e i vostri continui abusi in ogni ambito del vivere umano.
La nostra bandiera nera è oggi ancor di più a lutto e reclama giustizia!
Nostra patria è il mondo intero, nostra legge è la libertà!
Per la Rivoluzione Sociale e per l’Anarchia! 2 giugno 2020