L’itinerario biografico e politico di Gustav Landauer (Karlsruhe, 7 aprile 1870 – Monaco di Baviera, 2 maggio 1919) attraversa tutti i grandi eventi della sua epoca, dai congressi della Seconda Internazionale, dove matura la separazione tra socialdemocrazia e anarchismo (anche se lui si definirà sempre, ostinatamente, anarco-socialista), alle manifestazioni pacifiste per prevenire lo scoppio della prima guerra mondiale e nella Repubblica dei Consigli di Baviera dove troverà la morte il 2 maggio 1919, barbaramente massacrato da un plotone di Guardie Bianche nelle quali militavano anche alcuni futuri gerarchi nazisti.
Nonostante l’epoca drammatica in cui vive, Landauer è fermamente convinto che un altro mondo è non solo necessario ma anche possibile qui e ora. Così innesta nel suo pensiero politico elementi «eretici» che gli consentono di elaborare una visione originale del mutamento sociale. La rivoluzione non è più vista come un atto, ma come un processo al cui centro pone l’individuo comunitario, ovvero l’individuo impensabile come singolarità in quanto frutto delle sue relazioni con gli altri. Una concezione controcorrente che fa di Landauer un pensatore quanto mai attuale e innovativo, nonché una delle menti più lucide e appassionate della Rivoluzione sociale e socialista in Baviera dove ebbe anche ruolo come ministro della Cultura (Bayerische Räterepublik).
Gianfranco Ragona (1971) è ricercatore di Storia del pensiero politico all’Università degli Studi di Torino. Tra le sue pubblicazioni si segnalano: Maximilien Rubel (1905-1996). Etica, marxologia e critica del marxismo, Milano, FrancoAngeli, 2003; Gustav Landauer. Anarchico ebreo tedesco, Roma, Editori Riuniti University Press, 2010; Gustav Landauer. A Bibliography (1889-2009), Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2011.