Dalla Spagna: Comunicato di Solidarietà per gli 8 anarchici arrestati a fine della manifestazione del 27 febbraio a Barcellona

LA STAMPA PUNTA IL DITO…
Sulle 8 persone accusate di aver bruciato un furgone della polizia.

(diffondiamo il Comunicato di solidarietà approvato dall’assemblea plenaria di tutte le aree organizzatrici delle mobilitazioni di questo periodo a Barcellona) 

Il 27 febbraio, 8 nostri compagni sono stati arrestati nel centro di Barcellona durante una manifestazione. Questo fatto fa parte dell’insieme di massicce mobilitazioni chiamate in nome della libertà di espressione ma che hanno finito per assumere sempre più la voce del dissenso generale verso il periodo storico che stiamo vivendo. Una realtà soffocante caratterizzata da una violenza istituzionale senza precedenti, che lascia la maggioranza della popolazione senza futuro e che assolve e difende i soliti criminali: poliziotti, politici e famiglia reale.

Solidarietà dall'Italia
Qui potete trovare gli estremi per inviare denaro per la solidarietà attiva dall’Italia.

A seguito dei loro arresti, sono state effettuate perquisizioni della polizia in 2 case del Maresme, con l’intento di collegare i nostri compagni con presunte organizzazioni criminali inesistenti e con accuse sproporzionate basate su prove ridicole. Nessuna presunzione di innocenza, il comunicato  del Mossos (polizia della Catalogna) è stato riprodotto in tutti i media, che lo ripetono e lo assumono come proprio. A sua volta, il tribunale fa ciò che è già stato scritto: accusa gravissima e detenzione provvisoria senza cauzione. Non vediamo altro significato in tutto questo se non lo scopo di porre fine all’ondata di proteste che è cresciuta in modo esponenziale in tutta la Catalogna da settimane.

Denunciamo la manipolazione dell’informazione e il sensazionalismo dei media, che si limitano a fornire immagini a buon mercato di intrattenimento mediatico e discorsi che criminalizzano le proteste. Come tante volte, la figura degli anarchici e dell’anti-establishment viene usata come capro espiatorio. La stampa prende di mira e zittisce le proteste come una cortina fumogena che copre i veri criminali. Da un lato c’è la polizia, con la sua violenta repressione che ha lasciato molti feriti gravi e mutilati. Dall’altra le istituzioni che lasciano milioni di persone senza tetto e incapaci di sbarcare il lunario, e infine la famiglia reale e i politici che continuano a rubare impunemente. Sono loro i veri criminali, non scambiarci per un nemico.

Gli 8 compagni al carcere Maresme non si perdono d’animo perché sanno di non essere soli. Come vostro gruppo di sostegno saremo presenti trasmettendo informazioni, assicurandoci che la solidarietà sia il nostro fattore unificante. Apprezziamo le collaborazioni e i contributi antirepressivi e lotteremo per poter abbracciare presto i nostri compagni.

A breve pubblicheremo un conto bancario per le spese legali nonché i dettagli dei colleghi che desiderano ricevere la corrispondenza.

Li vogliamo liberi adesso!
Solidarietà ai detenuti della manifestazione 27F
9 marzo 2021

La nostra bandiera nera è oggi ancor di più a lutto e reclama giustizia!

Si è sempre molto attuali, anche se già dalla fine dell’Ottocento i più grandi teorici anarchici e libertari professarono  in tutti i modi, con la parola e coi fatti, questi principi:

Che sia Repubblica o Monarchia, ogni Stato è irrimediabilmente in guerra contro il suo popolo, altro che amor di patria!”.

Ogni Stato imporrà dall’alto esclusivamente gli interessi di una specifica classe dominante che sfrutterà a proprio vantaggio istituzioni e costituzioni in quel crudele gioco truccato che non lascia scampo alcuno, specie a quelle popolazioni che si disabituano alla lotta e considerano normale e ineluttabile il subire”.

Specie quest’anno,  c’è poco da festeggiare in quanto il “potere costituito”, sfruttando l’occasione che ha offerto l’emergenza pandemica, ha fatto passare pericolosi decreti, provvedimenti e incredibili restrizioni, e questo non ha neanche preoccupato  i “fan della democrazia” visto che non è nemmeno passato nulla al vaglio del parlamento.

Decreti, provvedimenti e restrizioni calati dall’alto che hanno trattato e tratteranno le nostre libertà maggiormente come se fossero delle nemiche da affamare e sfiancare tramite questo “lockdown/assedio” al punto da potere imporci a breve, ingloriose rese che avranno come clausole  tutte quelle condizioni che un tempo potevano sembrare inaccettabili.

Queste non sono nostre illazioni: la storia ci insegna come in ogni guerra,  in ogni pandemia e in ogni catastrofe hanno permesso alle istituzioni di sacrificare quei pochi spazi di libertà che erano “sopravvissuti”, rendendo sempre più impossibile  dire la propria sulla possibile destinazione e utilizzo delle risorse comuni e universali e permettendo, di conseguenza, un maggiore abuso e sfruttamento di queste, avvalendosi della complicità e dell’operato “rispettabilissimo” delle istituzioni.

Smentendo le ingiurie di chi professa che la “lotta di classe” sia un retaggio ideologico del passato, in ogni guerra, in ogni pandemia e in ogni catastrofe chi è già ricco   si arricchisce ancor di più, chi è povero diventa sempre più povero e chi  è della classe media entra nella cerchia dei poveri.

La democrazia rappresentativa, come forma più progredita di organizzazione statale e nazionale, sta ampiamente e ripetutamente dimostrando di essere:

– incapace di poter responsabilmente amministrare la vita pubblica in tutti gli ambiti, a partire da quelli politici e sociali fino ad arrivare soprattutto agli aspetti ambientali ed ecologici.

– capacissima di “garantire” che il flusso dei profitti e del potere vada esclusivamente all’8% della popolazione per  invece ridistribuire con gran cura debiti, oneri e restrizioni al restante 92%, facendo accettare alle masse nuove forme di schiavitù moderne per poi rinominarle sfacciatamente col nome di cittadinismo.

Noi ci asteniamo,  quindi,  dal festeggiare questa farsa e invitiamo davvero a non legittimare più questa arrogante e sofisticata truffa ai danni della società, nascosta scaltramente dietro apparenti “buone e solenni” ma infine ipocrite intenzioni.

Invece, possiamo sperimentare percorsi  migliori di autorganizzazione e autogoverno dal basso per liberare finalmente il grande potenziale creativo, ludico e rivoluzionario che ogni comunità e individuo possiede. Questo grande potenziale  umano è stato fin oggi soppresso dalla coercizione, dall’autoritarismo e dallo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e dal disastroso sfruttamento dell’uomo sulla natura.

È sotto gli occhi di tutti: la tecnologia, la scienza e le risorse pubbliche e naturali, detenute nelle mani di istituzioni gerarchiche e autoritarie e poi dirette inevitabilmente da classi dominanti, invece di aver reso la nostra società più prospera, istruita e finalmente libera dallo sfruttamento, la stanno invece rendendo più gretta, oppressa e purtroppo più preparata a un tipo di controllo sociale sempre più iper-tecnologico e pervasivo.

Da ciò possiamo dedurne che ogni popolo è tradito da chi lo amministra quando è costretto a sottostare a questa forma di organizzazione  gerarchica, competitiva e antisociale chiamata Stato : un mostro disumano che, utilizzando a piacimento il progressivo frutto del lavoro e dell’ingegno umano, diventa sempre più forte riuscendo sfruttare in suo favore persino quelle libertà conquistate con ben due secoli di grandi lotte sociali.

Negli ultimi decenni abbiamo assistito al grande attacco di ogni diritto e ad enormi e ingiustificabili tagli alla sanità e alla scuola pubblica. Il governo ha investito meno per ciò che aiuterebbe un popolo ad essere libero e civile focalizzandosi invece sulle spese militari (spese non civili=incivili!?)  e come se non bastasse, hanno persino collettivizzato i debiti delle grandi imprese e delle banche private, lasciando a pochi i profitti e privilegi.

Servizi pubblici così ridotti all’osso si sono rivelati impreparati ad affrontare questa pandemia causando un gran numero di vittime che potevamo risparmiarci e che possiamo definire a tutti gli effetti una vera e propria ennesima strage di stato. Date tali evidenze,  il buon senso avrebbe suggerito un’inversione di rotta rispetto a queste disastrose politiche, ma invece no, coi vari decreti e provvedimenti  attuati vedremo sempre più l’accentuarsi, con grande non curanza, di questa continua razzia delle nostre risorse pubbliche.

Altro che rilancio Italia! Stanno solo sempre più ingrandendo e perfezionando la grande gabbia sociale in cui ci costringono a vivere, favorendo nuove  stragi e saccheggi e nascondendo dietro la rispettabilità di leggi e l’ineluttabilità di “emergenze continue” una politica volta solo ed esclusivamente all’ usura, al potere e al controllo.

Ieri come oggi neghiamo la veridicità delle menzogne sbandierate con tracotante trionfalismo e proviamo a preparare un mondo senza le vostre banche, i vostri bilanci, le vostre divise, le vostre parate, le vostre telecamere, i vostri droni, i vostri confini e i vostri continui abusi in ogni ambito del vivere umano.

La nostra bandiera nera è oggi ancor di più a lutto e reclama giustizia!

Nostra patria è il mondo intero, nostra legge è la libertà!

Per la Rivoluzione Sociale e per l’Anarchia!                                                               2 giugno 2020  

Perché abbiamo scelto di far parte di “Catania per il Reddito di Quarantena”

Proprio durante l’inizio del Lockdown abbiamo voluto partecipare alla costituzione di  Catania per il Reddito di Quarantenaassieme ad altre realtà, compagne e compagni catanesi con cui collaboriamo da anni nonostante le diversità. Abbiamo ritenuto importante promuovere questo percorso comune per costruire assieme momenti di libero incontro e confronto orizzontale, per organizzare mobilitazioni che denuncino l’ingigantirsi della crisi economica e del controllo sociale scaturiti “apparentemente” dall’emergenza Covid19.

Presidio in Piazza Stesicoro di Catania Reddito di Quarantena 23/5/20
Presidio in Piazza Stesicoro di Catania Reddito di Quarantena 23/5/20

Apparentemente, teniamo a sottolinearlo, perché è bene considerare come avremmo potuto ritrovarci con davvero molti meno morti per coronavirus e malasanità, con una crisi economica meno grave e con molto meno controllo sociale (e in alcuni momenti quasi militare), se solo negli ultimi 30 anni le istituzioni che si arrogano il potere di amministrare la cosa pubblica non avessero davvero messo in ginocchio soprattutto il settore della sanità e dell’istruzione pubblica, con una lunga serie di tagli criminali.

Presidio in Piazza Stesicoro di Catania Reddito di Quarantena 23/5/20
Presidio in Piazza Stesicoro di Catania Reddito di Quarantena 23/5/20

Da anarchici e libertari siamo qui per ricordare come per noi la gestione delle risorse e dei e servizi pubblici nelle mani dello Stato o nelle mani di Privati sia una gestione inevitabilmente disastrosa, truffaldina e fallimentare. Solo la volontaria associazione dei lavoratori affrancati dalle catene dello sfruttamento e della coercizione può liberare, autogestire, auto-organizzare e autogovernare la società, lasciando che le decisioni vengano prese dal basso verso l’alto in un clima di fratellanza e di responsabilizzante, incoraggiante e contagiosa giustizia sociale. 

Purtroppo assistiamo invece agli effetti di un processo inverso rispetto a ciò che ci auspichiamo. Questi effetti, storicamente e puntualmente, si aggravano poi ancor più durante guerre, catastrofi e pandemie, e in questi momenti regolarmente vediamo i ricchi diventare ancora più ricchi e assistiamo inoltre alle restrizioni di ogni libertà individuale e sociale.

In questi ultimi mesi di emergenza globale abbiamo assistito al maturare di una involuzione in coloro che, persino a titolo gratuito, ricorrevano alla delazione e/o in coloro che invocavano un maggior intervento dell’esercito, ma constatiamo anche la cecità di chi non considera incredibilmente pericoloso un uso più pervasivo, condizionante e totalitario della tecnologia. Questa involuzione autoritaria viene adesso giustificata con la scusa di fare applicare regole di buonsenso, regole che in questa fase specie i ceti più popolari sembrano incapaci di seguire razionalmente.

Come aspettarsi razionalità, proprio quando, come durante questi momenti di crisi, si vede meglio come i ceti più poveri siano lasciati a se stessi, senza quasi alcuno tipo di tempestivo aiuto economico e sociale? Come pretendere da costoro fiducia se ovunque e sempre trionfano gli interessi delle solite classi dominanti (multinazionali, banche, confindustria, case farmaceutiche, caste militari ecc), specie nella gestione delle risorse pubbliche?

Ogni strato sociale oggi è reduce da un processo diseducativo che dura da decenni e ci ha reso apparentemente incapaci di autoregolarci, ma questo non per la specifica incapacità della nostra natura umana, quanto piuttosto a causa di anni di delega e di gestione antisociale, autoritaria e competitiva di ogni attività umana, che ha portato all’attuale abbrutimento culturale, sociale e individuale. Le deresponsabilizzazione, dovuta a un ulteriore e maggiore controllo, e l’ingiustizia sociale che sarà drammaticamente acuita dai vari decreti varati per risollevare, solo a parole, il paese, non potranno che far peggiorare ancor di più le cose, specie se assisteremo a un ulteriore smantellamento della scuola pubblica.

Presidio in Piazza Stesicoro di Catania Reddito di Quarantena 23/5/20
Presidio in Piazza Stesicoro di Catania Reddito di Quarantena 23/5/20

Per questo come Laboratorio Libertario Landauer siamo presenti dentro “Catania per il Reddito di Quarantena”, proprio per solidarizzare con chi è colpito dalla crisi, per opporre strenua resistenza ad ogni tentativo di controllo sociale iper-tecnologizzato e/o militare. Crediamo fermamente che la cura a questa e ad altre crisi sociali risieda invece nella Lotta, nella Solidarietà e nel Mutuo Appoggio, al fine di risanare il relazionarsi e l’organizzarsi di ogni comunità oggi disgregata.

È anche per questo che in parallelo a “Catania per il reddito di Quarantena”, per promuovere maggiormente all’atto pratico Solidarietà e Mutuo Appoggio, abbiamo inoltre deciso di appoggiare e seguire sul nascere, assieme ad altre individualità e realtà diverse tra loro, l’importante esperienza delle Brigate Volontarie per l’Emergenza – Catania”. Grazie al lavoro dei tanti e laboriosi volontari che hanno partecipato alle brigate, si è riusciti in pieno regime di “Leggi Speciali” a raccogliere e a redistribuire aiuti alimentari per circa 700 di famiglie bisognose qui a Catania, il tutto in piena autonomia rispetto ad ogni gruppo politico e istituzionale, andando pure contro le restrizioni o esponendosi a  rischio di contagio. Intatti per evitare ciò ogni volontario ha seguito accuratamente i protocolli e le precauzioni tra le più avanzate, pur di portare prontamente in piena sicurezza l’aiuto necessario lì dove comune, istituzioni e associazioni non riuscivano e/o non volevano arrivare.

Presidio in Piazza Stesicoro di Catania Reddito di Quarantena 23/5/20
Presidio in Piazza Stesicoro di Catania Reddito di Quarantena 23/5/20

Ogni individuo assieme ad altri, e ogni comunità, possono riprendere in mano le leve della società nei quartieri, nei posti di lavoro, negli ospedali. Soprattutto sarà importante riorganizzarsi nelle scuole, dove risiede il futuro della nostra coscienza di individui liberi. Lo Stato e il Capitale monopolizzano malamente la gestione sia delle risorse naturali, sconvolgendo interi ecosistemi, sia di quelle risorse che sono il frutto del lavoro dei lavoratori di ieri e di oggi. Bisogna quindi costruire un fronte ampio e popolare per difendere quelle libertà e quei diritti che sono frutto di secoli di lotte e per riuscire a sperimentare e a far partire, dal basso e assieme, modelli di convivenza sociale nuovi e più giusti.

Presidio in Piazza Stesicoro di Catania Reddito di Quarantena 23/5/20
Presidio in Piazza Stesicoro di Catania Reddito di Quarantena 23/5/20

Senza esitazione alcuna è giusto quindi esigere e/o conquistare tutto ciò che ci spetta per una vita dignitosa e libera dal ricatto salariale e dal profitto dei pochi sui molti.

Nei quartieri dove il sole del buon Dio non da i suoi raggi ha già troppi impegni per scaldar la gente d’altri paraggi

“Se tu penserai e giudicherai
da buon borghese
li condannerai a cinquemila anni
più le spese
ma se capirai se li cercherai
fino in fondo
se non sono gigli son pur sempre figli
vittime di questo mondo.”
(Dalla canzone “Città Vecchia” di Fabrizio De André)
Non mancheremo oggi all’assemblea per discutere riguardo l’ultima ordinanza dell’attuale sindaco di Catania e invitiamo tutti a partecipare augurandoci che possa servire a costruire e ampliare in questa città una rete di rapporti per chi si sente chiamato a una vera e propria Resistenza rispetto alla grave avanzata di politiche discriminatorie e repressive.
Il clima va facendosi sempre più irrespirabile e ben vengano momenti di confronto dal basso, grazie ai quali soltanto possiamo concepire e costruire una vera alternativa ai tanti problemi che viviamo e soprattutto bisogna sapere raccontare collettivamente, in maniera organizzata, una visione diversa rispetto a quella con cui di continuo bombardano mediaticamente la popolazione creando un consenso sempre più ampio su pericolose visioni intolleranti. Noi di sicuro ci teniamo a specificare come libertari e anarchici che le ordinanze, le restrizioni e un maggiore controllo poliziesco sono solo l’ulteriore aggravarsi di un pesante fallimento sociale diffuso che può avere esiti sempre più totalitari.
Ciò rende ancora più insopportabile il contesto difficile che viviamo e questa deriva ci esorta a rimboccarci le maniche assieme, visto quello che va sempre di più prefigurandosi. In questi giorni si è parlato molto in città di Corso Sicilia. Anche per noi, proprio in quel corso, tanto degrado proviene soprattutto dall’usura legalizzata di banche e dall’Agenzia dell’Entrate e non da chi si trova tagliato fuori da questa società stazionando lì in cerca di riparo o di espedienti per sopravvivere.
Salvini, appena diventato ministro dell’interno, è sceso a Catania per appoggiare Pogliese alle elezioni ed è indicativo di come poi, dopo qualche giorno, ha dichiarato candidamente che è giusto che i ricchi paghino meno tasse rispetto a chi è più povero, riferendosi alla legge con cui l’attuale governo “giallo-verde” aumenterà le tasse alle fasce medio/basse, diminuendole invece a chi è più ricco. Alla faccia di chi asserisce in maniera molto convinta che fa parte di movimenti che vanno al di là della destra e della sinistra ma finiscono poi sempre a destra!
È questo il modello che veramente vogliamo? È questo il cambiamento tanto proclamato?
Lasciare passare senza colpo ferire quest’ultima ordinanza renderà la vita impossibile all’ambulante che cerca di sopravvivere vendendo frutta anche senza permessi, a chi verrà sfrattato dalla propria casa perché senza lavoro e/o non riesce a permettersi di pagare affitti e bollette (anch’esse ultimamente molto rincarate), all’operaio, allo studente, al disoccupato che dopo una dura giornata vuole bersi una birra (che in un locale non potrebbe permettersi) seduto su una scalinata per socializzare e risparmiare come d’altronde si è sempre fatto per fortuna qui al Sud (e questo è sempre stato per noi un vanto e una grande ricchezza). È chiaro quindi ormai come vogliano una società che non abbia margini e spazi di libertà al di fuori dei luoghi soggiogati dal capitale e dal controllo. Se riesci a starci dentro va bene altrimenti per salvare il decoro bisogna nascondere gli ultimi, creati dal sistema stesso.
I servizi sociali stanno cadendo a pezzi in questa società dove di umanitario stanno rimanendo ipocritamente solo le guerre, per il quale si spendono ingenti capitali sottratti a tutti noi, che potrebbero offrire sostegno a chi non ce la fa (tipo bagni pubblici, convitti per i senza tetto, ecc.) e aiutare a creare lavoro libero senza il peso insostenibile di tasse e precariato. Adesso vorrebbero farci credere che i problemi sociali nascano dai venditori ambulanti nelle spiagge o nelle vie, dai senza tetto sotto i portici, dai migranti in fuga dai disastri umanitari creati da noi e non invece dalla demolizione dell’articolo 18, non dal Muos o da Sigonella o dalla Serit, dalla gentrificazione e da tutta la classe dominante che detiene da sola la maggior parte delle ricchezze a causa dello sfruttamento del lavoro e delle terre altrui.
Quindi, Sì, c’è bisogno di molto confronto e interazione tra noi per non delegare a nessuno l’autogestione di una Resistenza ben organizzata dal basso che contrasti la deriva che stiamo assistendo e che sappia essere un riferimento per la gente comune confusa ed esasperata, riuscendo a proporre e a mettere in campo credibilmente le soluzioni sociali che possono sostituire i modelli che critichiamo radicalmente.